Maria Rosaria Manfregola

25/02/2000
La nostra storia è iniziata il 25 Febbraio 2000 quando mia sorella Maria Rosaria Manfregola alle 6.00 si è presentata alla Clinica "S. Maria La Bruna" di Torre del Greco (Na), dove era seguita dal Dott. Ciavolino Raffaele, poichè presentava i primi sintomi di doglie, essendo giunta al termine dei nove mesi di una gravidanza senza alcuna complicanza. Le sono stati fatti un primo tracciato ed una visita ginecologica da dottoresse presenti a quell' ora in clinica, dalle quali non è risultata nessuna urgenza. Intanto il dottore Ciavolino era stato informato del ricovero di mia sorella. Verso le ore 9.00 un ostretico della stessa clinica ha visitato Maria Rosaria riscontrandole un gonfiore sospetto alle mani e ai piedi dicendo che andava controllata più spesso. Intanto la giornata passava e il suo ginecologo non si vedeva, impegnato nel suo studio privato. La situazione continuava a essere abbastanza tranquilla, anche perchè le doglie non erano ancora molto frequenti. Alle 16.00 il suddetto dottore si è presentato in clinica senza visitarla, dicendole solo di non andare di fretta e che per colpa sua non aveva nemmeno mangiato! Dopo circa venti minuti l'ha visitata e ha detto che andava tutto bene, decidendo però di stimolare le doglie attraverso l'uso di flebo. Dopo neanche una ventina di minuti mia sorella è stata rivisitata e il dottore ha comunicato ai miei genitori e a suo marito che bisognava intervenire subito con taglio cesareo poichè si presentava una sofferenza fetale, non riscontrata poi dalla cartella clinica.Mia sorella è così entrata in sala operatoria intorno alle 17.00 e da allora non abbiamo potuto parlarle più. Mia nipote è nata quasi subito, ma Maria Rosaria ha avuto gravi problemi respiratori dovuti a una sbagliata intubazione che le ha provocato un rigurgito di bile finito poi nei polmoni. Non ci è stata detta subito la gravità della situazione, anche se noi iniziavamo a sospettare che qualcosa non andasse per il verso giusto poichè il tempo passava e chi usciva dalla sala operatoria diceva che tutto andava bene. Verso le 19.00 mia madre ha deciso di chiamare suo nipote anestesista del Loreto Mare, riferendogli la situazione che stavamo vivendo e di mettersi in contatto con la sala operatoria della clinica per cercare di sapere cosa stesse veramente accadendo. Solo dopo, il dottore, già pronto per andare via, è uscito dalla sala operatoria dicendo che Maria Rosaria doveva essere urgentemente trasportata in un ospedale fornito di sala di rianimazione. Il colmo era che non voleva nemmeno accompagnarla in autoambulanza lavandosi le mani della tragedia che poi avrebbe procurato alla nostra vita. Solo alle 21.00 l'autoambulanza, di cui la clinica era sfornita, è arrivata dall' Ospedale Maresca grazie all' intervento di mio cugino anestesista, ma era passato già troppo tempo e la bile ha continuato a bruciare i polmoni di mia sorella. Maria Rosaria è rimasta in sala di rianimazione dell' Ospedale Loreto Mare per quindici giorni,curata con molta attenzione da uno staff di dottori che, proprio perchè hanno fatto tutto il possibile per salvarla, non possono essere paragonati minimamente a coloro che in quella maledetta sala operatoria sono rimasti a guardare l'errore che avevano provocato e che per leggerezza e imperizia ci hanno portato via Rosy. Tutta questa vicenda è stata denunciata alla magistratura e aspettiamo GIUSTIZIA affinchè altre persone non provino il dolore che ci accompagnerà per tutta la vita ! Lucia Manfregola