Anna D'Amato

2006
Mi chiamo Anna D’Amato dopo aver fatto quella che sarebbe dovuta essere una banale visita per plantari personali in uno studio medico di Napoli molto conosciuto (il “dottore” che mi ha fatto questa “visita” viene spesso nominato in vari giornali) non ho più la mia salute. In quello studio medico io ero da sola, loro erano in tre. Nella sala d’attesa non c’erano altre persone per la visita ma nonostante questo attesi circa quindici minuti durante i quali passò nel corridoio un uomo, (in questa sala di attesa c’era una segretaria) quando mi fu quasi vicino io dissi: “buongiorno”ma non ottenni risposta. Il “dottore” aprì personalmente la porta e mi chiamò. Nella stanza oltre a lui c’erano una donna e l’uomo che vidi in corridoio. Mi fa svestire e inizia la visita così articolata: salire su un cubo, dove per altro mi fa anche i complimenti per l’ottimo mio tono muscolare, poi su di una pedana e poi ancora su un altro cubo che si trovava accanto alla pedana facendomi stare di spalle a lui, senza dettare niente questa volta alla segretaria. All’improvviso mi “comanda” di scendere, io non so come fare, mi agito lui allora stende le sue braccia verso di me chiedendomi se voglio aiuto io mi agito sempre di più e quasi saltellando mi giro e scendo da un altro lato ma nel fare questo vedo nascosto dietro di me quell’altro uomo (visto in corridoio) con un movimento ritmico delle braccia in alto quasi come a voler far cadere o comunque spruzzare qualcosa nella mia direzione; io allora chiedo al “dottore” sempre più agitata e impaurita: “lui chi è, lui chi è” risposta: “è un mio allievo” e subito dopo “si stenda”. I comandi erano diventati più incalzanti e minacciosi. Io ero sempre più confusa, più impaurita, ero in pericolo e non riuscivo a reagire a capire quello che mi stava succedendo, a scappare mettendomi in salvo.ma vedevo e avevo paura senza poter difendermi,non avevo più le mie facoltà mentali vedevo solo e sentivo e avevo tanta paura come una bambina indifesa, ridotta in uno stato di totale sottomissione sia fisica che mentale, non riuscendo io stessa a controllare i miei movimenti, avevo dei tremori, dei gesti incontrollati, avevo paura. Mi sedetti sul lettino seguita dal “dottore” abbracciandomi debolmente le gambe con le braccia l’unico gesto di difesa che riuscii a fare non potendo altro. Il “dottore” urlò con più forza di stendermi, mio malgrado dovetti ubbidire. Pose un martelletto sotto il mio piede ma non guardava né il piede né la gamba né me ma al di sopra e di fianco a me. Improvvisamente gettò il martelletto e si avventò sulla mia gamba … io cercai di guardare, sentivo dolore, lui mi sgridò dicendomi ancora: “si stenda” iniziai a vedere lui come in un cerchio che girava, girava. Tentai ancora una volta di guardare cosa mi stava facendo; lui ormai armeggiava con la mia gamba senza pensare più a me alle mie domande, ai miei tentativi di guardare,(convinto forse che ero entrata in una fase dove non avrei più potuto ricordare niente di quel che vedevo ), l’unica cosa che continuava a comandarmi era quella di stare stesa, io mi dimenavo, non poteva “lavorare comodamente” e così sentii un forte dolore come una puntura prima di crollare all’indietro sbattendo la testa sul lettino nell’estremo tentativo di continuare a guardare e prima di perdere completamente la conoscenza facevo fatica anche a respirare, mi sentivo soffocare ero come paralizzata e l’ultima cosa che vidi fu un bagliore, come un flash, era bianchissimo… sentivo la vita che mi sfuggiva, volevo aggrapparmi, resistere, respirare ma non ce la fecevo la droga era più forte di me; è stato come morire... Mi “riprendo” non so dopo quanto tempo e in che modo e cosa altro mi abbiano fatto. Ora ero “viva”di nuovo ma ero stanchissima e dolorante e il “dottore” che mi comandava sempre con quella voce, sempre con quello stesso tono minaccioso altre cose. Dovetti subire altro dolore. Dopo avermi messo le sue manacce addosso facendo del mio corpo quello che voleva mi fece risalire sulla pedana emettendo un ghigno di compiacimento. Alla fine di questa visita dell’ “orrore” mi dice di rivestirmi. Io ero stranamente euforica, oserei dire quasi “allegra” e mi aggiravo nella stanza, parlavo velocemente, incessantemente senza un discorso logico. Il “dottore” era ora alla scrivania con il suo “allievo” e la sua “segretaria”, parlavano tra di loro senza mostrare meraviglia del mio “comportamento”; ad un tratto smise di parlare con loro e mi guardò io allora mi scusai dicendo che forse parlavo troppo ma lui subito mi disse sempre con quel tono (solo con me usava quel tono con la “segretaria” no) “ognuno ha il suo modo di comportarsi” stavolta senza essere minaccioso ma comunque molto deciso, inflessibile. Mi porse due fogli, uno intestato al “centro medico” e un altro intestato a “lui”. La prescrizione è: arnica della heel quindici gocce due volte al giorno, per 40 giorni, reumilase plus una pillola al giorno per 40 giorni, promoligo8 ( LITIO) una fila al giorno ogni sera per 2 mesi. Plantari su misura da un podologo da lui indicato, rieducazione posturale in un centro di posturologia da lui indicato. Visita di controllo dopo due mesi. Per favore potreste essere più incisivi sulla prescrizione? Perché alcune persone potrebbero avere “dimenticato” alcuni momenti della visita avendo avuto io stessa come un’amnesia temporanea riguardo ad essa. Io ho visto troppo e ho chiesto troppo prima di crollare paralizzata su quel lettino priva di conoscenza. Il litio non l’ho mai preso. Dopo che scesi da “quello studio medico” l’euforia che mi aveva accompagnata alla fine della visita iniziò a degradare lasciando il posto ad una stanchezza dolorante. Iniziai a tossire, mi sentivo strana, stanca, io che ero sempre dinamica, in ottima salute, non ce la facevo neanche a camminare, dopo un po’ vomitai per strada. Mi sentivo male, perché? Da quel giorno ha inizio il mio calvario. Grazie