Adriana Trevisani

06/07/1999
La protagonista di questa storia e Adriana vittima ignara di criminali (mafiosi) in camice bianco uccisa a soli 33 anni, con dei “farmaci” (ciclofosfamide e azatioprina) (Nel caso specifico sono stati utilizzati per una fibrosi polmonare (secondo quei criminali) che in realtà non cera, se la sono solo inventata. Ma erano invece quei “farmaci” che come potenziale effetto collaterale principale portano proprio a fibrosi polmonare cronica, è polmoniti interstiziali gravissime oltre a tutti gli altri effetti collaterali devastanti sul sistema immunitario) il principio attivo di questi veleni e l’iprite aggressivo chimico usato in passato per la costruzione di armamenti bellici per la distruzione di massa. Cose L’iprite? (Tipico gas vescicante è l'iprite.) Mostarda azotata Chim. e Farm. Mostarda azotata: denominazione di alcune sostanze vescicanti di formula all'iprite (detto gas mostarda, per il suo odore simile alla senape), Aggressivo chimico usato per la prima volta durante la prima guerra mondiale dai Tedeschi, in bombardamenti d'artiglieria, sul fronte tenuto dalle truppe alleate a Ypres, nelle Fiandre, il 20 luglio 1917. Adriana vittima ignara, usata come cavia da laboratorio senza il suo consenso solo per scopi scientifici; PRIVATA DEL SUO DIRITTO ALLA VITA. La triste storia di Adriana si può riassumere sul sito internet: www.vitarubata.com Un ricovero per un banale incidente in motorino e d'un tratto la vita cambia, completamente. Passiamo in rassegna una storia che ha inizio il 6 luglio del 1999, sette anni fa, e non ha un lieto fine. E' l'introduzione ad un dossier informativo, che si propone di analizzare, nel più imparziale dei modi, le vicende che hanno coinvolto Adriana Trevisani in Ricciardo, spentasi a soli 33 anni. Nessun giudizio di sostanza sarà esplicitato, seppur la pubblicazione avrà lo scopo, oltre a rendere noti i fatti, di dare spazio a qualunque autorevole voce coinvolta nella vicenda. E' pur vero che propenderemo a difendere un più alto fine, non ce ne vogliano gli interessati, che riguarda ben più di una persona, competente od incompetente che sia in campo medico: il diritto alla vita. Da qui il titolo di questa sezione, che coglie un'opportunità, l'esistenza, che va salvaguardata e che ovviamente riguarda chiunque, al netto di logiche individualiste, incoerenti, territoriali od interessate. Ogni cittadino dovrebbe avere accesso a concrete possibilità di ricevere cure, qualora stesse male, e chiunque deve poter essere informato, in assoluta trasparenza, circa il buon andamento del complesso sistema atto a garantire la valorizzazione della salute. Far riferimento alla storia di Adriana Ricciardo può essere un tramite per cogliere spunti di riflessione ed eventuali falle che riguardino il sistema sanitario. Questa frase, di per sé, può apparire pericolosa, soprattutto se proposta in ambito medico. Spesso si cerca di deviare l'analisi della qualità del servizio sanitario nazionale, considerandolo nel suo complesso di successi e fallimenti, sottovalutando le realtà locali e/o specifiche. A rigor del vero, è il caso di chiarirlo già da subito, qualunque informazione che sarà di seguito riportata, non vuol appannare il servizio sanitario nazionale, bensì vuol ravvisare i metodi per poterne usufruire nel migliore dei modi, eventualmente creando qualche spunto per salvaguardarsi da strutture inadeguate o da situazioni di scarsa professionalità, che possono mettere a repentaglio la ottimale risoluzione di una degenza. Forse dovrebbe essere un dovere di tutti, medici inclusi, il setaccio e l'isolamento di situazioni dubbie, ove possano germinare anche interessi che, e questi sarebbero il vero grave danno per il servizio sanitario, se lasciati germinare, travolgerebbero pure indubbi professionisti e limpidi enti, che non meritano d'essere infangati. Non siano tacciati di stregoneria, però tutti coloro che ritengono necessaria la difesa dei propri cari, del diritto alla vita, del miglioramento della stessa ed della dignità di chi, malato, merita il medesimo riguardo, se non di più, degli addetti ai lavori. Ecco perché diviene importante il caso di Adriana e la testimonianza del marito, Giuseppe Ricciardo, che ritiene errata, è volutamente, la diagnosi (con prove inquietanti) espressa da alcuni medici. Ancor peggio, la legge sarebbe stata brutalmente calpestata, (forse volutamente, o perchè la magistratura e stata sviata da chi invece aveva il dovere di mettere in condizioni i magistrati di capire ?) così come al suo tempo non sono state prese le più semplici misure di prevenzione batteriologica a protezione per infezioni opportuniste visto lo stato di immunodepressione causato da quella terapia tossica, che distruggeva il sistema immunitario, e il midollo osseo. La primaria causa del decesso sono state proprio le infezioni polmonari. A tutt'oggi le inchieste che dovevano far luce su quanto avvenuto sette anni fa, quando ad Adriana era ricoverata, non hanno consentito di giungere ad una soluzione del caso, (perché il caso forse scotta troppo e questa verità farebbe male a molti potenti) e stridenti controversie hanno aperto scenari solcati da crepe inquietanti sorte su un terreno ricco di contraddizioni: l'esistenza di un consenso informato mai venuto alla luce, né mai firmato, come risulta da accertamenti del ministero della salute. È stato invece tanto acclamato ufficialmente dalla direzione del reparto che all'epoca dei fatti ospitò la degente. Ma perché tale scritto, ammesso che esista, non è ancora stato sbandierato? Perché non e mai esistito come lo stesso ministero a accertato. Questo e un omicidio a tutti gli effetti. Ma perché allora questi criminali sono ancora liberi con licenza di uccidere? Altre discrepanze (forse perpretati prima) potrebbero far ritenere che i farmaci utilizzati facessero seguito alla necessità di sperimentare sostanze che causano tra l'altro, proprio la Fibrosi polmonare a cui sopra si è accennato. Dove sta la verità? E, ancora più inquietante, la verità calpesta forse l'inviolabile diritto alla vita? Tale sapere non è di proprietà intellettuale, né giuridica, di pochi eletti. La conoscenza è un bene di tutti e la collettività ne deve essere tenuta al corrente, anche solo per affidarsi con fiducia alle strutture sanitarie. Adriana Trevisani è deceduta il 29 novembre del 1999, dopo strazianti sofferenze ed inquietanti trasferimenti. Era in cura con farmaci come azatioprina, ciclofosfamide, (non necessari) in quantitativi estremamente severi, e risultava refrattaria a quella terapia assassina. Destano dubbi i metodi di rilevazione della malattia (ad esempio, non è mai stato svolto un bronco-lavaggio od analisi dell'espettorato e tutti gli accertamenti diagnostici come da protocolli, e linee guida) e pertanto il trattamento della stessa. Nella storia che vide protagonista Adriana sono stati commessi troppi “errori” una serie interminabile è completamente fuori da ogni logica. “Se errori qualcuno li vuole chiamare”. A mio avviso non possono essere chiamati errori per molte ragioni. L’errore è umano… ma perseverare e assolutamente diabolico!!. Quello che e chiaro e che prima che gli iniziassero quei “farmaci” le condizioni di salute erano buone. Ma poi inizio veramente a stare male giorno dopo giorno fino alla fine del diritto alla vita. Dove sta la verità? La vita e un diritto e va sempre rispettata. Ognuno di Voi che legge questa triste storia e libero/a di dire la propria: io Vi consiglio di riflettere molto prima di scrivere e pensare quanti casi simili ci sono ma non si sanno perché nessuno va fino infondo (come in questo caso) e nessuno li denuncia. Pensate se ognuno di Voi (o dei vostri cari) un giorno si trovi vittima ignara di questi crimini e abusi? Sarebbe forse meglio che ognuno di Voi che legge dà più voce possibile a questa brutta storia affinché si conoscano certi crimini che per molti di Voi forse sembrano incredibili. Ma ormai non c’è più da meravigliarsi di nulla, e questo, anche per dare un aiuto a Giuseppe Marito della povera sfortunata Adriana. Ritengo anche importante far giungere tutte le Vostre voci a tutti gli organi istituzionali e in primis al Ministro della salute; e Ministro di grazia e Giustizia affinché intervengano perché Loro hanno il compito e il dovere di fare “giustizia e verità perché un caso del genere e scandaloso e inaccettabile. E ritengo anche opportuno far giungere le nostre voci anche al Presidente della repubblica. Le istituzioni hanno il dovere di intervenire e non chiudersi nel silenzio, o peggio diventare complici. Perché purtroppo la “giustizia” in questo paese non esiste per chi non conta, e per chi non a denaro per permettersi avvocati di grido, e consulenze. E questo succede in un paese che si definisce civile dove si parla tanto di diritti umani e rispetto della dignità. tutto questo e scritto solo sulla carta ma in realtà per chi non conta tutto questo viene brutalmente calpestato…dopo tutto il male che ti hanno gia fatto. È i morti hanno una colpa: quella di non potersi difendersi dalle menzogne!!! è questa e l’Italia paese definito civile? Tutti Noi Cittadini abbiamo il diritto…. Ma anche il dovere di aiutarci fra di noi se e possibile. Non dimentichiamolo mai questo. È vorrei che ognuno di Voi si domandasse dove sta scritto che alcune categorie di “persone” che si fanno chiamare "medici" si possono arrogare il diritto gratuito di somministrare aggressivi chimici da guerra (vietate da convenzioni internazionali) alle persone. E’ veramente grave e agghiacciante solo pensarlo. Eppure e successo ma nessuno fa nulla. Spero che dopo aver letto questa triste storia riflettete. Non c’è bisogno di combattere le guerre come quella in Iraq per impedire a Saddam Hussein di usare armi di distruzione di massa…ma le sostanze, e i veleni di distruzione di massa “vengono usate legalmente” tutti i giorni nei nostri ospedali, e in tanti altri posti, e basta andare in farmacia per comprarli, (con la ricetta). Sembra un paradosso tutto questo ma purtroppo è cruda verità! Se non credete a tutto questo documentatevi e vedrete con i vostri stessi occhi. Viene da chiedersi quanti nostri soldati sono morti in Iraq il nome della pace, e impedire l’uso e la costruzione di sostanze del genere? Basta ricordare la strage di Nassiriya dove morirono 19 nostri militari, (e tutti gli altri che li hanno seguiti) che hanno lasciato nella totale disperazione le Loro famiglie!. Questi sono i nomi degli Eroi Caduti per la Pace per colpa dele sostanze chimiche di distruzione di massa a Nassiriya: · Enzo FREGOSI, Sottotenente dei Carabinieri · Alfonso TRINCONE, Sottotenente dei Carabinieri · Giovanni CAVALLARO, Sottotenente dei Carabinieri · Filippo MERLINO, Sottotenente dei Carabinieri · Massimiliano BRUNO, Maresciallo A.s. U.p.s. dei Carabinieri · Alfio RAGAZZI, Maresciallo A.s. U.p.s. dei Carabinieri · Daniele GHIONE, Maresciallo Capo dei Carabinieri · Giuseppe COLETTA, Brigadiere dei Carabinieri · Ivan GHITTI, Brigadiere dei Carabinieri · Domenico INTRAVAIA, Vice Brigadiere dei Carabinieri · Andrea FILIPPA, Appuntato dei Carabinieri · Orazio MAIORANA, Appuntato dei Carabinieri · Massimiliano FICUCIELLO, Capitano dell’Esercito · Silvio OLLA, Maresciallo Capo dell’Esercito · Emanuele FERRARO, Caporal Maggiore Capo scelto dell’Esercito · Sandro CARRISI, 1°Caporal Maggiore dell’Esercito · Pietro PETRUCCI, Caporal Maggiore dell’Esercito · Stefano ROLLA, civile · Marco BECI, civile Italia, 19 novembre 2003 Per quali ideali Noi abbiamo perso questi nostri Fratelli quando le sostanze chimiche di distruzione di massa li abbiamo sotto casa (e negli ospedali) e ogni giorno vengono uccise centinaia di persone ?!?. IL CASO DI ADRIANA uccisa con aggressivi chimici da guerra la "ciclofosfamide, e azatioprina" che come principio attivo contengono l’iprite, cosi dette mostarde azotate sostanze vescicanti) commesso “da mafiosi in camice bianco” che si fanno chiamare “medici” che invece di tutelare la vita (il bene più grande!) si arrogano il diritto di sopprimerla solo per scopi di ricerca scientifica!! Questa storia sembra incredibile… ma purtroppo e vera!! esisterà la “giustizia” ora che finalmente la magistratura a riaperto il caso? maaa. Non esiste il delitto perfetto; ma esiste una "giustizia" imperfetta, che in tanti casi (come la malasanità) viene messa in condizioni di non capire, da chi invece a il dovere di fargli capire. Ma come accade in questi casi chi viene nominato consulente appartiene alla stessa cupola mafiosa, e tra di loro non si pestano i piedi. Per La magistratura ci vorrebbe un organo indipendente da questa cupola di mafiosi. Forse cambierebbe? Maaa. Giuseppe