Giuseppe ANDREOZZI

01/01/2004
Giuseppe ANDREOZZI Il 26 MARZO 2001 Giuseppe Andreozzi di anni 52 viene ricoverato all' ospedale MONALDI perché soffriva di calcolosi biliare il dott. CATTANEO dispone l'intervento chirurgico per il 29.03.01. Subito dopo l'intervento compaiono forti dolori addominali resistenti alle terapie mediche somministrate per cui il paziente veniva trasferito con il sospetto di "addome acuto" nel reparto del dott. CORCIONE. Gli esami clinici effettuati evidenziano la presenza di perforazione intestinale, come si evince dall'esame radiografico dell'addome condotto il giorno 30.03.2001 e come viene confermato da esame TAC dell'addome condotto lo stesso giorno a distanza di poche ore. L'evidenza della perforazione del duodeno realizzata durante l'intervento chirurgico di ERCP avvenuto il 29/3 e le complicanze di ciò hanno indotto i sanitari ad effettuare un intervento chirurgico per rimediare al danno effettuato ed alle conseguenze dello stesso. L'intervento di revisione della cavità addominale viene effettuato il giorno 2.4.2001. Il permanere della sintomatologia addominale induce i sanitari a richiedere TAC dell'addome e pelvi che induce ad estendere il campo operatorio come riportato " per poter meglio esplorare si decide di procedere a laparotomia" riuscendo questa volta, ad evidenziare quanto peraltro già univocamente suggerito dalla sintomatologia e dagli esami radiografici effettuati il giorno stesso dell'inizio della sintomatologia cioè " mobilizzazione del duodeno secondo Koker che mostra una piccola perforazione posteriore da cui fuoriesce succo duodenale tinto di bile" A questo punto si procede alla toeletta del campo ed al posizionamento dei drenaggi. Il decorso post operatorio procede con la presenza di numerose complicanze (secrezione dalla ferita, crisi di iperglicemia, versamento pleurico destro, insufficienza respiratoria, occlusione di un drenaggio, insufficienza cardiocircolatoria, anemia, ecc). In data 16.04.01 uan consulenza diabetologica, motivata dalle crisi iperglicemiche, evidenzia " paziente con iperglicemia di recente insorgenza, si consiglia monitorare la glicemia 6 volte al dì" Prescritta terapia insulinica. In data 18.04.01 una consulenza dello specialista pneumologo per l' insufficienza respiratoria. Si aggrava la situazione polmonare tanto che la consulenza del 18.05.01 evidenzia: " il paziente presenta alla TC del torace un versamento pleurico bilaterale di lieve entità. All'esame obiettivo del torace si apprezzano rantoli crepitanti alle basi. E' presente inoltre alle estremità distali una lieve succulenta bilaterale. Si richiede QPE con proteine totali." lo stesso giorno una consulenza cardiologia evidenzia: " Paziente in condizioni generali scadenti.." La temperatura corporea è 39,5° C. Le condizioni cardiorespiratorie del paziente si aggravano il 21.05.01 viene effettuato un controllo clinico ed una consulenza neurologica che evidenzia : "disturbo post-traum,atico da stress con viva attivazione ansiosa, disturbi somatoformi." Il paziente viene prima portato in sala operatoria per il posizionamento di un catetere giugulare a tre vie e, dopo qualche giorno, per l'impianto di un pace-maker definitivo, intanto si aggrava l'anemizzazione. Il 16.05.2001 un esame TAC mostra ancora la presenza attiva della perforazione duodenale. Il 22.05.01 il paziente viene riportato in sala operatoria per il nuovo posizionamento del catetere venoso a tre vie nella succliva destra. Il 29.05.01 una consulenza cardiologia evidenzia "paziente in gravi condizioni generali. Dispnea a riposo. Ortopnoico. Versamento pleurico basale dx. Pregressa necrosi antero-settale.." Alle ore 23,30 dello stesso giorno il sanitario che lo visita riscontra un ulteriore peggioramento per cui decide il trasferimento del paziente nel reparto di Rianimazione. Il decorso clinico procede con fasi alterne di lievi miglioramenti ed aggravamenti delle condizioni generali. Poi successivamente migliorano le condizioni cardiorespiratorie fino a che appaiono stazionarie. Nei giorni successivi vengono praticate anche emotrasfusioni. Il 14.06.01 è stato praticato esame esofagogastroduodenoscopico e viene riportata la seguente descrizione: " Si procede a duodenoscopia si apprezza sotto la papilla e ad un lato una fistola dal diametro di circa 6 mm. a margini netti.... Diagnosi: fistola duodenale". Il 24.06.01 una nota sul diario clinico riferisce "Paziente in discrete condizioni generali, lamenta dolori alla base degli emitoraci.." Il 3.07.01 una nota sul diario clinico riporta: "Condizioni stazionarie nella loro gravità..". Il 4.07.01 : " Permangono gravi le condizioni generali." Il 5.07.01 : viene fatto un esame del torace e dell'addome: "al controllo addominale attuale, previa introduzione di contrasto iodato attraverso sondino naso-gastrico si apprezza modesta falda di spandimento dello stesso in sede retroperitonale anteriore destra .." Le condizioni cliniche dei giorni successivi evidenziano un ulteriore progressivo peggioramento dello stato di salute fino al 16.07.01 quando, alle ore 4 si manifesta un arresto cardiaco irreversibile viene quindi dichiarato DECEDUTO. Mi domando: 1. Quanto è possibile parlare di errore da parte dei sanitari? 2. Tutto è demandato alla Magistratura che giustamente non ha competenza sanitaria e quindi si avvale dei CTU facente parte dell'albo del Tribunale (ovviamente amici dei sanitari/baroni che operano nella città), che per solidarietà difficilmente fanno chiarezza sui casi di decessi. 3. La responsabilità degli errori umani dei sanitari a chi deve essere addebitata? 4. Come possono accadere così gravi incidenti? Visto che la struttura ospedaliera "MONALDI" è tra le più attrezzate e moderne del SUD, si è tratta di errore umano dovuto a: superficialità, incompetenza, disorganizzazione?. Questa è un 'altra storia di cattiva professionalità da parte dei medici ospedalieri per questo motivo mi sono reso disponibile e sto accogliendo tutte le telefonate e le informazioni relative ad altri incidenti accaduti in Ospedali allo scopo di costituire un comitato che abbia il fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e proporre alcune modifiche per migliorare il servizio sanitario. Ad esempio: 1. Introdurre una telecamera nella sala operatoria che possa registrare l' intervento, così che l'angoscioso iter legato all'autopsia con i vari CTP assuma una diversa importanza. 2. Ritengo sia opportuno che il magistrato che nomina il CTU debba reperirlo in ambito città diversa da quella dove si è verificato il decesso, vista la solidarietà che lega questa categoria di professionisti. 3. Allontanare i medici responsabili di errori così gravi ( anche durante la fase degli accertamenti giudiziari, in modo con non possano né fare ulteriori danni, né occultare qualche prova ). Spero di trovare accoglienza nella sua trasmissione per dare forza a questo proposito per migliorare il servizio sanitario. Il cugino Beniamino Buonanno